Il
Boang Sau è una delle tecniche più importanti del Wing Chun. Dà il nome
ad un'intera "famiglia" di tecniche insieme al Tan Sau e al Fook Sau
(gli altri 2 "veleni" del Wing Chun). E' presente già nella prima forma,
dandone l'idea del suo uso. Le altre forme si preoccuperanno di fornire
i vari tipi di bong e le relative applicazioni.
Una
prima differenza con le altre tecniche: Il Boang è facilmente
superabile. A differenza delle altre tecniche, che garantiscono una
sicurezza sufficiente e quindi possono essere mantenute, il Boang una
volta che ha assolto il suo compito deve trasformarsi in un'altra cosa,
altrimenti mette in pericolo chi lo esegue.
Un
motto del Wing Chun infatti recita: "Boang Sau Muck Ting Lau. Fon Sau
Ying Gun Chau", ovvero: "Un bong non deve mai rimanere. Un movimento
(frustato) deve immediatamente seguirlo".
Il
Boang della Siu Leem Tau è all'altezza della spalla e l'angolo
braccio/avambraccio è di 135°. Questo è l'angolo ideale della piramide
di attacco e di difesa. Questo è l'angolo che genera l'angolo di taglio:
una deflessione di 45° dell'attacco avversario o un'entrata
sull'attacco avversario con un angolo di 45°. L'angolo di 135° vien
fuori infatti facendo 180°-45°. I 180° sono intesi come la retta che
unisce noi all'avversario, o più semplicemente il braccio teso. Se con
il braccio teso, pieghiamo il gomito di 45°, ci ritroveremmo con
l'angolo corretto.
All'inizio,
le tecniche vengono poste all'allievo suddivise in "parate" ed
"attacchi". Questo per pura semplificazione didattica.
Le parate di base che vengono insegnate al principiante sono:
- Pock Sau
- Jom Sau
- Boang Sau
- Fook Sau
Di
ognuna di queste viene insegnata la tecnica e, soprattutto, il quando
deve essere utilizzata. Tutte queste tecniche vengono eseguite senza che
ci sia un precedente contatto tra le braccia. A vederlo è come in una
qualsiasi altra arte marziale: uno tira un pugno, l'altro para. La
domanda che sempre fa un principiante è: perché ci sono tante tecniche
per fermare un pugno? La risposta che gli si può dare (e che lui già può
capire e specialmente SPERIMENTARE) è che la parata dipende dalla
posizione in cui è la nostra mano rispetto a quella dell'avversario. Al
livello in cui è non può capire concetti come "Chi-Sao", "Pressione",
"Sensibilità", "Attacco e difesa simultanei", ecc… Deve essere guidato
per step, ognuno dei quali deve essere "sperimentato".
Quindi, all'inizio si comprende l'utilità pratica della linea centrale, utilizzandola nel modo più semplice ed intuitivo. Il Boang come si colloca in questo? Si dice all'allievo che il Boang è utile quando la nostra mano si trova in una posizione più bassa rispetto a quella dell'avversario. A questo punto, il percorso più breve per posizionare la nostra piramide di difesa è quello diagonale verso l'alto. Il Boang infatti crea una struttura che fa scivolare l'attacco sopra la nostra testa, se ben posizionato. Proprio così, se ben posizionato. Perché non basta che la struttura propria della tecnica sia corretta per far si che sia efficace. Ci sono sempre 2 tipi di "strutture". La "propria" (che chiameremo anche: self structure) e quella "applicata". La "self structure" è studiata nelle forme a mani nude. Quella struttura "applicata" è studiata negli esercizi di coppia e all'uomo di legno. L'altezza del Boang è al livello della spalla nella "self structure" ma deve variare in base all'avversario quando viene applicato. Per capire qual è l'altezza giusta c'è un metodo molto semplice: bisogna fare in modo che il polso del Boang copra la gola del nostro avversario. Quando questo avviene, si è certi che l'attacco scivolerà sulla faccia superiore della nostra piramide di difesa passando sopra la nostra testa. Si creeranno quindi Boang bassi con le persone più basse di noi e Boang alti con le persone più alte di noi. L'altezza sarà sempre determinata dall'altezza del nostro avversario. Questo tipo di Boang NON CEDE. Si ferma quando il polso raggiunge la linea centrale. E' quello che noi chiamiamo " Boang yang".
Quindi, all'inizio si comprende l'utilità pratica della linea centrale, utilizzandola nel modo più semplice ed intuitivo. Il Boang come si colloca in questo? Si dice all'allievo che il Boang è utile quando la nostra mano si trova in una posizione più bassa rispetto a quella dell'avversario. A questo punto, il percorso più breve per posizionare la nostra piramide di difesa è quello diagonale verso l'alto. Il Boang infatti crea una struttura che fa scivolare l'attacco sopra la nostra testa, se ben posizionato. Proprio così, se ben posizionato. Perché non basta che la struttura propria della tecnica sia corretta per far si che sia efficace. Ci sono sempre 2 tipi di "strutture". La "propria" (che chiameremo anche: self structure) e quella "applicata". La "self structure" è studiata nelle forme a mani nude. Quella struttura "applicata" è studiata negli esercizi di coppia e all'uomo di legno. L'altezza del Boang è al livello della spalla nella "self structure" ma deve variare in base all'avversario quando viene applicato. Per capire qual è l'altezza giusta c'è un metodo molto semplice: bisogna fare in modo che il polso del Boang copra la gola del nostro avversario. Quando questo avviene, si è certi che l'attacco scivolerà sulla faccia superiore della nostra piramide di difesa passando sopra la nostra testa. Si creeranno quindi Boang bassi con le persone più basse di noi e Boang alti con le persone più alte di noi. L'altezza sarà sempre determinata dall'altezza del nostro avversario. Questo tipo di Boang NON CEDE. Si ferma quando il polso raggiunge la linea centrale. E' quello che noi chiamiamo " Boang yang".
Con
l'avanzare dell'allievo nel Wing Chun, gli vengono spiegati altri
concetti. Il primo di questi nella seconda forma è la teoria del
reference] (o Wai Jee in cinese). Gli viene spiegato il concetto di Yin e
Yang nell'esecuzione delle tecniche e quali sono Yang e quali Yin. Per
brevità dirò qui che le tecniche Yang sono quelle che per "natura" sono
attive e donano energia all'avversario. Tutte le tecniche Yang partono
dalla nostra spalla (per semplificare) e terminano sulla linea centrale.
Tutti gli attacchi ad esempio sono YANG. Le tecniche Yin sono quelle
passive, che ricevono l'energia dall'avversario. Un Tan, ad esempio è
una tecnica Yin. A questo punto si passa dal dividere le tecniche in
"attacchi e parate" al dividerle in "Yang e Yin" in base alla loro
natura.
Ora
l'allievo è in grado di comprendere questo concetto. Più avanti,
aumentando la sua conoscenza dello stile, gli verrà detto che il confine
non è così netto. Che le tecniche Yin si possono trasformare in Yang (e
viceversa), che esistono tecniche Yin che sono generate da energia Yang
(e viceversa) fino a che anche il concetto di divisione Yin e Yang
perderà di valore e rimarrà la natura ultima della tecnica in assoluta
libertà. Con l'introduzione delle tecniche Yin e della Chum Kiu, gli
viene insegnato che le tecniche Yin sono in qualche modo superiori alle
tecniche Yang, perché permettono di generare potenza in base a quella
che ci viene donata dall'avversario, di ritorcerla contro di lui, e di
utilizzare l'attacco e la difesa simultanei con entrambe le braccia.
Ritornando al Boang, all'inizio l'allievo vede un Boang Yang, più tardi
scopre un altro tipo di Boang: quello Yin. Il Boang Yin, a differenza di
quello Yang, prende l'energia che gli dona l'avversario. Il Boang Yin
ha bisogno del contatto con il braccio avversario per generarsi (anche
se pure qui ci sono delle eccezioni).
Il
Boang Yin, da noi è chiamato anche Dai Boang (Boang basso), perché mai e
poi mai può superare l'altezza della spalla. I 2 tipi di Boang appaiono
per la prima volta in modo evidente nella Chum Kiu. Il Boang Yang lo so
trova nella sequenza: Lan - giro/Boang. In questo caso infatti il Boang
prende l'energia Yang (dalla nostra spalla fino alla linea centrale) e
si ferma sulla linea centrale, senza superarla. Il Boang Yin lo si trova
più avanti quando si esegue la sequenza: doppio Dai Boang - doppio Tan.
Si nota anche la differenza di struttura delle 2 tecniche: il Boang
Yang ha un angolo braccio/avambraccio ottuso (maggiore di 90°) e tale
rimane anche dopo il contatto. Il Boang Yin ha un angolo
braccio/avambraccio acuto (inferiore a 90°) determinato dalla pressione
dell'avversario.
I fraintendimenti che si generano tra il mio lineage e gli altri (in
testa quello di Leung Ting) sono determinati dal fatto che nel Lineage
LT non esiste un Boang Yang, ma esclusivamente Yin. Ecco perché il Boang
è utilizzato con la rotazione passiva, ha bisogno del contatto con
l'avversario e non supera mai l'altezza della spalla. E' chiaro che
volendo tentare un Boang Yang seguendo i principi del Boang Yin ne vien
fuori una schifezza che non funziona. Non è mio interesse determinare la
superiorità di un tipo sull'altro. E' mia opinione che ogni tecnica ha
la sua utilità nel suo giusto contesto.
Applicazioni pratiche
Boang Yang:
Ho
detto che il Boang Yang è il primo che viene insegnato e viene
utilizzato contro attacchi rettilinei (modello jab-cross) diretti verso
la testa. Il 99% delle volte basta a deflettere efficacemente l'attacco.
Se invece l'attacco ha talmente tanta energia che il Boang Yang non
riesce a deflettere, il Boang Yang si trasforma in Boang Yin. Il Boang
Yin viene utilizzato ogni volta che l'energia avversaria è superiore
alla nostra e quindi, dopo aver preso contatto con noi, il braccio
avversario comincia a schiacciare il nostro.
Esiste
una piccola eccezione alla regola del contatto iniziale, ma la
situazione è talmente rara che in questo momento possiamo trascurarla.
Fin
qui le applicazioni classiche del Boang. Ce ne sono alcune però che
vanno oltre i concetti fin qui esposti e che trasformano la "parata"
Boang in un attacco.
Il Boang Yang come attacco:
Ogni tecnica del Wing Chun può diventare un attacco e ogni attacco può diventare un pugno. Il Boang non fa eccezione.
Gli "attacchi filtranti":
Nel
Wing Chun esistono i cosiddetti "attacchi filtranti" (Tau Lau). Infatti
c'è un motto che recita: "Tai Foang Tau Lau Moh Ying Poh Joong" -
"Attento agli attacchi a sorpresa, a quelli filtranti e a quelli
invisibili che rompono il centro". Gli attacchi filtranti sono quelli
che superano anche la struttura avversaria corretta. Non c'è bisogno di
un errore. Anche se la struttura della tecnica è corretta, tramite gli
"attacchi filtranti" è possibile superare la guardia avversaria
"infiltrandosi" appunto nella sua struttura (come l'acqua si infiltra
nelle crepe). Un esempio è questo:
- A e B sono uno difronte all'altro;
- A tira un pugno diretto;
- B utilizza il Boang per fermare il pugno di A;
- A trasforma il suo pugno in un Boang posto sopra quello di B utilizzando il principio di "un Boang per battere il Boang". A mantiene sempre la stessa pressione durante questo movimento per non permettere a B di sfruttare il cambio di pressione. Alla fine del movimento il pugno di A ha superato il Boang di B e può infiltrarsi con un pugno basso tra il Boang e il Wu di B. Non è facile da spiegare, lo so, ma gli attacchi filtranti sono quelli che fanno rimanere più sorpresi quando li subiamo…
Rottura del collo:
Nella
Chum Kiu, il primo Boang è utilizzato facendo una rotazione (Lan -
giro/Boang) e terminando in Wu/Boang Sau. Un'applicazione di questo
movimento è la rottura del collo. La mano del Wu Sau passa sotto
l'ascella, afferra la scapola e tira verso di noi. Contemporaneamente il
Bong, posto sul mento, spinge in avanti ed in basso, verso il Wu Sau.
La testa ruota, si inclina e il collo si rompe.
Il Boang Yin come attacco:
In
2 modi il Boang Yin può essere utilizzato per attaccare: come colpo per
rompere il gomito; come chiave articolare al gomito. Colpo per rompere
il gomito: Immaginiamo di fare un Lop Sau e di riuscire a portare fuori
equilibrio l'avversario facendo stendere il suo braccio. Con l'altro
braccio (a forma di Dai Boang) si può colpire il gomito con
l'avambraccio del nostro Boang. Chiave articolare: questa è un po'
difficile da spiegare a parole. La si applica quando il braccio
avversario e steso e posto tra il nostro braccio e il nostro fianco. A
questo punto si può effettuare una chiave articolare al gomito con il
nostro braccio che ha la forma di un Dai Boang. Il braccio avversario
risulta così bloccato tra il nostro fianco (con il polso) e il nostro
Boang.
Vito Armenise