Si
definisce normalmente il Wing Chun uno stile "scientifico", in cui
contano più i principi che le singole tecniche. Questo è vero. Ogni
tecnica del Wing Chun risponde ad almeno un principio, anzi sarebbe più
esatto dire che ogni tecnica del Wing Chun si può analizzare attraverso
tutti i suoi principi. I
principi utilizzano dei modelli per spiegare e applicare le "strategie"
dello stile.La domanda nasce spontanea: perché creare dei modelli
astratti per le tecniche vere e proprie?
Per due ragioni principali:
La prima è prettamente tecnica. Gli attacchi e le parate possibili sono tantissimi e in più cambiano da stile a stile. Prendere in considerazione "la tecnica" significa dover trovare una risposta ad ogni singolo attacco. Esempio: io ti attacco con "A", tu mi rispondi con "B". Se ti attacco con "C", mi devi rispondere con "D", ma forse anche "B" tutto sommato va bene … risultato … un casino. Un modello serve a creare uno schema comune a più tecniche, in modo da semplificare lo studio.
La prima è prettamente tecnica. Gli attacchi e le parate possibili sono tantissimi e in più cambiano da stile a stile. Prendere in considerazione "la tecnica" significa dover trovare una risposta ad ogni singolo attacco. Esempio: io ti attacco con "A", tu mi rispondi con "B". Se ti attacco con "C", mi devi rispondere con "D", ma forse anche "B" tutto sommato va bene … risultato … un casino. Un modello serve a creare uno schema comune a più tecniche, in modo da semplificare lo studio.
La
seconda è emotiva. L'astrazione dell'attacco priva questo del "timore
psicologico" che si porta dietro. Durante la fase di studio, parlare di
pugni e calci, porta istintivamente la mente a pensare alle tecniche e
alle conseguenze di queste, facendo perdere il "punto" del discorso.
Prendendo in considerazione un modello, si priva la tecnica della sua
"pericolosità emotiva" e più avanti, durante lo sparring/combattimento,
se il praticante riuscirà a visualizzare il "modello di attacco" che gli
presenta l'avversario invece del "cazzottone che gli sta per piovere su
naso", sarà in grado di affrontarlo con minor paura.
Ovviamente
ogni cosa va fatta a suo tempo. La spiegazione dei principi, non è una
cosa che si può affrontare con i neofiti. Con loro paradossalmente si
rischia di complicare invece di semplificare. E' necessaria una
conoscenza di base per poter capire i principi e guardando le persone
dire: "Ah, ecco perché facciamo così in questo esercizio e diversamente
nell'altro." A quel punto, tramite la spiegazione dei principi, si dà al
praticante uno strumento per capire da solo il funzionamento del
sistema e applicarlo utilizzando tecniche e combinazioni in modo
corretto, anche se non gli sono state insegnate. Per
fare un esempio, alle scuole elementari le tabelline vengono imparate a
memoria. Questo va bene per il livello di comprensione degli scolari.
Pur essendo tecnicamente corrette, le tabelline hanno un limite: hanno
un input e un output immediato (2x2=4), senza sapere il perché. Solo
dopo aver spiegato le moltiplicazioni, si darà allo scolaro uno
strumento per capire le tabelline e superarne il limite: ad esempio fare 2x14, 2x100, 2x1000.
Dopo questa premessa, passiamo al concetto di piramide:
Il concetto di piramide è contenuto all'interno del principio della linea centrale: il primo che si studia e la spina dorsale del sistema. La piramide è il modello che è stato scelto per l'astrazione delle tecniche di attacco e di difesa. Un pugno, un colpo di palmo, un colpo di taglio, un calcio, una ginocchiata, saranno tutti piramidi di attacco. Un Tan Sao, un Boang Sao, un Woo Sau, un Tan Gyeuk, un Jut gyeuk, un Fook Gyeuk, saranno tutti piramidi di difesa. La ragione della scelta di questa figura geometrica è presto spiegata: Il punto di contatto di un attacco o di una difesa è normalmente molto piccolo, lo si può assimilare ad un punto. E' possibile far scivolare l'attacco (o la difesa) dell'avversario sul nostro braccio (o gamba), e quindi si può definire il nostro arto come una linea. A questo punto abbiamo una linea ed un punto. Una linea e un punto possono essere un lato di un triangolo ed il suo vertice. Siccome viviamo in un mondo tridimensionale, il triangolo diventa una piramide. Due piramidi lanciate una contro l'altra, si scontreranno difficilmente sul vertice (sarebbe come scontrarsi con le nocche dei pugni), ma tenderanno ad impattare e scivolare sui loro lati.
La piramide, se ben posizionata, contiene quindi il "potere" di deflettere solo per la sua presenza.
Il
combattimento diventa quindi un problema di dove porre la propria
piramide per ottenere un vantaggio: il vantaggio di linea centrale. Il
vantaggio di linea centrale non è in realtà una prerogativa del Wing
Chun, ma è applicabile ad ogni stile. E' universale. In fase di attacco
sarebbe avere il vertice della piramide di attacco tra il vertice della
piramide di difesa e la linea centrale. In fase di difesa sarebbe avere
il vertice della piramide di difesa tra il vertice della piramide di
attacco e la linea centrale.
In
generale, il vantaggio di linea centrale è un posizione in cui il
vertice della mia piramide (di difesa, attacco o difesa/attacco che sia)
è tra il vertice della piramide del mio avversario e la linea centrale.
E' facile
comprendere che questo concetto è estraneo alle singole tecniche. Può
funzionare con qualsiasi tecnica. Questo è l'ABC del sistema, almeno per
noi della CRCA. Da
questo concetto, si può avanzare poi in altri principi che spiegano
come il Wing Chun si differenzia dagli altri stili. Ma se non si ha
chiaro questo, difficilmente gli altri potranno essere compresi.
Vito Armenise